mercoledì 9 settembre 2009

Finchè tragedia non venga...AGGHIACCIANTE!!!

Ill.ma Redazione, vi contatto per segnalarvi un caso di grave malasanità che mi ha
visto protagonista verificatosi nell'Ospedale San Giuseppe del Comune di Marino (RM).
In breve, mi chiamo Riccardo Di Lisio, sono residente a Ciampino (RM) e sono papà
di due splendidi bambini: un maschietto di anni 9 ed una femminuccia di mesi 22.
Domenica 06.09.2009, verso le ore 17.30, mentre io ero a lavoro, mia moglie ha
portato i bambini al parco "Aldo Moro" sotto la nostra abitazione per farli stare
spensierati all'aria aperta. Mentre giocavano su uno scivolo la bambina, ribadisco di
mesi 22, cadeva urtando violentemente la testa sul terreno, perdendo i sensi.
Il tutto accadeva in un istante sotto gli occhi di mia moglie che non riusciva ad impedire la
caduta.
La stessa soccorreva immediatamente la piccola e sotto shock faceva di tutto
per rianimarla, cosa che per fortuna accadeva poco dopo.
La bambina per il forte trauma non piangeva e cercava di accasciarsi.
Mia moglie immediatamente chiamava il 118 chiedendo aiuto e nel contempo mi
informava dell'accaduto. Come scritto io ero a lavoro e lei sola con due bambini. Subito
lasciavo il mio posto di lavoro e correvo verso la mia famiglia. Il 118 inviava
immediatamente un'ambulanza che giungeva poco dopo. Nel contempo, diciamo le
cose come stanno, un medico del 118 teneva mia moglie al telefono chiddendo notizie
della piccola e raccomandandosi di non farla addormentare.
Giunta l'ambulanza, mia moglie, mio figlio e la piccola venivano subito fatti salire ed il
mezzo di soccorso correva verso l'Ospedale San Giuseppe. Mia moglie già
comprensibilmente sotto shock doveva assistere anche ad una breve discussione dei
due operatori del 118 perchè uno asseriva che era inutile andare a Marino mentre
l'altro diceva che dovevano per forza recarsi presso quell'Ospedale. Comunque
l'ambulanza partiva veloce ed in emergenza verso Marino. Anche io giungevo presso
quell'Ospedale in tempo per entrare con mia moglie e mia figlia dal Medico che ci
riceveva al II piano Reparto Pediatria.
Ecco lo schifo Italiano. Non appena dentro la sala visite, il medico, senza neanche
toccare mia figlia, seduto, ci riferiva: "dovremmo fare una T.A.C. ma quì non c'è
l'operatore; servirebbe un consulto di un neurochirurgo ma quì non c'è; posso solo fare
una lastra ma non vedrei niente; dovrei ricoverare la bambina in osservazione per 48
ore". A tali affermazioni io rispondevo: "ma se la bambina ha una commozione
cerebrale tra un minuto, un'ora, etc., cosa fate? Chi interviene?".
La risposta è stata agghiacciante: "qui nessuno, la dovremmo trasferire in un'altra
struttura. Non abbiamo un servizio per soccorso traumatologico". A questo punto la
mia pazienza e quella di mia moglie aveva raggiunto ogni limite. Ho detto al medico:
"perchè il 118 è venuto quì se non potete garantire questo tipo di soccorso? Se mia
figlia perde i sensi ogni secondo potrebbe essere vitale, cosa facciamo? Attendiamo lo
svolgersi degli eventi sapendo già di non poter far fronte al peggio? Ma dove siamo, al
bar? Se peggiorasse, prima che lei faccia le telefonate e/o i fax, mia figlia potrebbe
morire, questo lei lo sa. Tanto poi sarebbe un trafiletto di malasanità".
No, grazie. La bambina la portiamo subito in un Ospedale attrezzato dove ci sono
medici competenti. A questo punto, quel medico, senza pudore, ha avuto anche il
coraggio di dirmi: "ha ragione, però attenda che l'infermiera compili i moduli, poi lei
firma il rifiuto del ricovero e va via. Sa dobbiamo sistemare la pratica perchè la
bambina è giunta qui con l'ambulanza". L'ho guardato e gli ho detto:"io non aspetto
niente, non firmo niente ed ho già perso troppo tempo. Mi spedisca i moduli a casa. Io
firmo il rifiuto del ricovero? Il rifiuto per cosa, il rifiuto del nulla?".
Andando via ho invitato il medico e gli infermieri a non provare a fermarmi e di
continuare a stare seduti così come avevano fatto fino a quel momento. Di corsa
raggiungevo con i miei mezzi l'Ospedale Pediatrico Bambin Gesù dove ricevevo una
professionale assistenza.
Per fortuna mia figlia sta bene e posso ancora avere il piacere di guardarla,
abbracciarla, baciarla e crescerla. Considerato quanto sopra mi chiedo perchè il 118
ha condotto la mia bambina in un Nosocomio che non era in grado di fornire quel tipo
di soccorso? Perchè, nella peggiore delle ipotesi, avrei dovuto assistere impotente alla
morte della mia piccola? Perchè bisogna porre rimedio solo dopo l'estremo sacrificio delle persone? Perchè ci sono Ospedali come quello di Marino? Chi trae vantaggio da
tutto questo? Possibile che il denaro conti più della vita delle persone? Perchè quel
medico non ha lui trasferito mia figlia in un Ospedale idoneo? Se mia moglie fosse
stata sola, sotto shock e con due bambini piccoli, cosa avrebbe dovuto fare, firmare il
rifiuto del ricovere e chiamare un taxi? Perchè quel medico non si è nemmeno degnato
di visitarla? Perchè quel medico esercita indisturbato?
Non in ultimo, il giorno 07.09.2009, ho telefonato al 118 per fare le mie rimostranze e
chiedere chiarimenti. La risposta è stata: "lei ha ragione ma funziona così". Funziona
così? E' chiedere troppo che la Centrale Operativa del 118 conosca quale Ospedale è
idoneo per ogni eventuale tipo di soccorso così da inviare il malcapitato nel posto
giusto nel minor tempo possibile? E' come se a lei si rompesse l'automobile ed il
carroattrezzi la portasse al supermercato. Porgo distinti saluti,

Riccardo Di Lisio

P.S.: intendo informare A.G., organi di stampa, radio, e chiunque altro possa e deve
fare in modo che queste cose non debbano accadere, in particolare ai bambini
(8 settembre 2009 da Il Messaggero.it)

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